giovedì 13 agosto 2015

Inno alla MUSA di Maria Fontana Cito


LA MUSA
di Maria Fontana Cito
Sto morendo fusa per la mia Musa che mi ha distrutto facendomi scrivere parole che rimarranno scalfite in un diamante, tale è Il mio cuore ora!
La poesia!!!!
La mia turbolenta vita, spesso rosea, spesso in fiamme, spesso in tempesta, tanto spesso uggiosa, poi di nuovo azzurra.
Spirale caleidoscopica di una vita dentro la poesia!
Chi sei, per portarmi negli alti strati dell'universo, chi sei tu, il cui solo pensiero mi bagna gli occhi, mi fa tremare le mani, mi sconvolge le viscere, mi fa desiderare qualcosa di prezioso come le tue parole e mi porta ad una smania che mi avvolge. Sei la mia Musa, adorabile, intoccabile, il mio tempio, il mio altare. Davanti a te chiudo gli occhi e ho l'anima in subbuglio, la scrittura mi prende in un vortice che supera ogni barriera, la mente si eleva libera ed entra nel sogno. Vedo una polvere argentea, impalpabile. Prendo un piumino, cerco di immergerlo in questo meraviglioso talco, ma subito si disperde nell’aria. Chi sei tu, che mi dai quel malbenessere dal quale non vorrei mai uscire, chi sei che canti queste meravigliose melodie nelle mie orecchie, chi sei che col guanto di velluto delle tue sillabe sfiori il mio corpo. Chi sei che porti davanti ai miei occhi fuochi d'artificio in un cielo pieno di stelle, chi sei che mi fai salire sulla luna elevandomi all’ennesima potenza e lanciandomi in orbita tra i pianeti…!
Sei il mio diamante, il mio amante, sei tutto ciò che desidero; mi idrati, mi nutri, sento che mi baci, mi stringi, mi ami, sei il mio Altro pur essendo me. Ti trovo sempre, anche se t’ involi dalle mani rimanendo fisso nella mia mente. Ti amo, è per te che scrivo, che riempio fogli bianchi con parole d'amore, quando percepisco che mi vuoi; altrimenti il foglio si bagna e la scrittura diventa triste e drammatica. Il cercarti è una fatica, scavalco cime, raggiungo nuvole, guado fiumi, giro films immaginari dove la morte mi ghermisce facendomi felice.
Si sta impazzendo d'amore, non è la prima volta, non si va al manicomio per questo motivo, altrimenti quella sarebbe la casa dei poeti, tanto hanno frequentato l'amore dell'anima. Spesso si rovina tutto per la paura di impazzire, ma ciò non accadrà fin quando vivrà la Musa la cui vicinanza col pensiero manterrà la mente lucida e speranzosa. Il desiderio fa vivere perché come l'oasi nel deserto, la vedi, ci sei quasi, poi si allontana di nuovo e devi fare altra strada per raggiungerla. Non serve soddisfare subito il desiderio. Svanirebbe nel nulla e non potrebbe più chiamarsi tale.
Finché c'è, senti il bruco nel plesso solare che si muove, tu ansimi per il pathos, lui sbava, fa un filo lunghissimo e tesse la tela d'inchiostro che tu ben proteggi per farla restare intatta nel tempo.
Quando è la Musa l'oggetto del desiderio e Lei è lontana, devi sorridere perché è già amore per antonomasia, l'attesa dev'essere un tappeto volante che ti conduce sopra il suo cielo e tu ne godi una presenza che ti appaga.
Non soffrire cuore, non affannarti inutilmente, sii conscio di avere un grande amore che tale non sarebbe, se potessi usufruirne a tuo piacere. Siamo lo strumento del musicista, siamo la tela del pittore, siamo la Musa e la sua poetessa; energie che si liberano nell'aria e danno origine a concerti, a gallerie d'arte ed a recite in versi: laser che entrano dai nostri sensi e si riversano nell’anima.
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