L'emerito prof. Mario Giannella, già Rettore dell'Università degli Studi di Camerino nonchè Professore di Chimica farmaceutica, presenta il libro :
Il Rapimento del cuore
Ardenti
amori impossibili
Maria
Fontana Cito
Sala
consiliare, comune di Camerino, Giovedi 21 maggio 2015 ore 18.00
Amori impossibili
(pagina 7)
Mi baci e ti ritrai
ti bacio e mi scosto,
quasi ad assaggiarci.
Mi guardi
e rifuggi con gli occhi
lo sguardo
per non farmi arrossire.
Amori ardenti
(pagina 7)
Parte la mano mia,
esplora il tuo corpo,
e la tua mi sfiora i capelli
mentre una parola d’amore
risveglia il mio cuore.
Gli sguardi fissati negli occhi:
deserti infiniti
riflessi di luce
su dune infuocate.
Ho scelto questi
passi, tratti da “Dolce amico”, per illustrare il sottotitolo del volume di
Maria Fontana “Il rapimento del cuore”. Sicuramente sono contenuti nel testo
brani anche più intensi ma a me è piaciuta la musicalità che emerge da questi
versi.
Ardente, impossibile, eterno il canto d’amore, descritto, raccontato e
soprattutto visceralmente vissuto da Maria Fontana. Amore filiale e amore materno, amore libero
ma pieno anche di vincolanti tenerezze, amore per la natura e i luoghi
d’infanzia, amore per il tempo che passa e per la vita, i suoi dubbi, le
emozioni, le sorprese.
La letteratura ci offre testi anche più infuocati di quelli appena letti: l’occasione dell’incontro odierno mi richiama alla memoria passionali ricordi giovanili, slanci del cuore e del corpo come quelli contenuti in un brano di Gabriele D’Annunzio:
Rimani! Riposati accanto a me.
Ti amo. Non ho nessun pensiero che
non sia tuo;
non ho nel sangue nessun desiderio
che non sia per te.
Lo sai. Non vedo nella mia vita altra
compagna, non vedo altra gioia.
Rimani. Riposati. Non temere di nulla.
Dormi stanotte sul mio cuore.
Rimani. Riposati. Non temere di nulla.
Dormi stanotte sul mio cuore.
Oppure
nelle brevi righe dell’impetuoso lamento di Saffo:
Amore che scuote
il mio cuore
come il vento
sul monte si abbatte sulle querce.
Citando questi brani non voglio però dire che Maria
Fontana si mostri fragile, tenera, remissiva come forse lo era nel suo primo
volume “Guscio dorato” dove però apparivano già passaggi maliziosi ed
intriganti. Oggi in un’opera che esalta e sublima l’amore l’autrice non
disdegna comportamenti aggressivi, spregiudicati e disinibiti quando abbracci amorosi emettono calore su corpi già
caldi oppure quando piedi freddi si arrampicano sulle gambe e frugano dove il
fuoco arde.
Mi sono chiesto e mi
chiedo ancora perché Maria Fontana mi abbia voluto come presentatore del suo
ultimo volume di poesie.
Infatti non sarò mai
in grado di scrivere e, ancor meno di dire, cose che critici autorevoli hanno
espresso nella presentazione di sue opere recenti. Ginesi, ad esempio, scrive
“Maria Fontana Cito esprime la sua passione, la pulsione e il desiderio verso
l'altra metà del proprio cielo, ricercandone la ricomposizione di sentimento e
fisica nell'unità, attraverso splendide metafore, esplicite quanto garbate.”
Oppure Ramaccioni
“Le sue pillole eroto-liriche non sono lavoro di scrivania, ma una fatalità che
oltrepassa il derma, fa un buco nei tessuti, per arrivare, al di fuori di ogni
intellettualità della cultura, al plesso originario dell’Eros cosmogonico e
risvegliare i quattro elementi primordiali e le transizioni di fase che hanno
sempre animato l’istinto poetico.”
Dunque non sono un
critico competente né un poeta accompagnato in questa sede dalla propria Musa
ispiratrice perchè possa confrontarsi con quella di Maria Fontana in una
stimolante rappresentazione dei sentimenti più intimi della stagione più bella
dell’uomo, quella dell’amore.
La ragione della
scelta può essere pertanto quella di un’antica amicizia più che trentennale
quando nella biblioteca di chimica la sbirciavo tra gli spazi vuoti degli scaffali.
In lei, che probabilmente notava questi miei sguardi furtivi, saranno
sicuramente fiorite immaginazioni che stasera, per la prima volta, posso
ridurre in motivazioni assai meno romantiche. Infatti, avendo ricevuto il
compito di occuparmi della biblioteca mi era stato affidato anche quello di
controllare il personale addetto, cosa che facevo con malcelata discrezione!
Poi cominciammo a
curare la catalogazione di libri e riviste e fu qui che Maria Fontana apprese
che il tema delle mie ricerche era lo studio dei recettori farmacologici, cioè
di quelle proteine abbondantemente diffuse nel nostro organismo capaci di
trasformare eventi chimici in emozioni, ansie, piaceri, agitazioni.
Forse per questo
Maria Fontana presenta il suo lavoro dicendo che “l’amore vero è una reazione
chimica tra due persone, fatta di odori, sguardi e brividi che porta ad amarsi
istintivamente e passionalmente senza che nessuno ce lo abbia insegnato”.
E’ l’adrenalina l’ormone
che scatena il colpo di fulmine; un incontro, uno sguardo, un improvviso stato
d’ansia, quasi ossessivo il desiderio dell’amato:
Il frullo del ventre p. 81 – Forse è amore
passione
reazione
predisposizione
attesa.
Il frullo del ventre
che sale
e ti stringe la
gola
ti chiude il respiro
ti apre la mente
a nuove esperienze.
Non più, dunque, la
“timidezza dell’eros” come la definisce Ginesi in “Guscio dorato”, il primo
libro di Maria Fontana. La Musa che la ispira, come allora, continua a sorgere
all’alba a dettare parole d’amore che trafiggono il cuore ma c’è la
consapevolezza che
Amare (Guscio dorato) p. 44 - Amare vuol dire
soffrire, rinunciare
dare … anche senza avere.
Non pretendere
non chiedere
non volere.
Partire senza arrivare.
Ma per fortuna è poi
la dopamina che si libera nella mente a rendere appassionato ed euforico il
percorso amoroso:
Cos’è p. 63
– Posso soltanto dire
che se provo a dormire
il pensiero di te
mi risveglia.
Se porto una mano
sulla guancia,
sento la mano mia
che si trasforma.
Persino se mi specchio,
riflesso insieme a me
c’è il volto tuo.
Se poi cerco
di immaginarti,
la mente mia vaga
tra i pianeti
diventando una stella.
E’ la stessa dopamina
che in “Guscio dorato” le faceva dire “fammi ritrovare l’estasi del piacere,
fammi rivivere momenti di stupore”.
E’ finalmente
l’ormone dell’ipotalamo, l’ossitocina, sopranominato l’ormone dell’amore che
aumenta l’empatia e il desiderio di tenerezza, che induce a fidarsi degli
altri:
Pensami p.
11 – Pensami
come s’io fossi
il sole che ti scalda
quando l’inverno
si affaccia alla tua porta.
Pensami
mentre il lavoro
assorbe la tua vita
come s’io fossi
la tua tastiera liquida.
Pensami
quando la notte scende
come la luna
che ti fa strada nel buio.
Pensami
nelle notti al riparo dal mondo,
dentro di me
come s’io fossi un sogno.
L’ardore delle prime
pagine del volume si attenua nel proseguo assumendo toni lirici in chiusura.
Riprendendo l’elenco degli ormoni è come se a questo punto prevalessero le
endorfine destinate ad abbattere l’ansia, a rendere meno ardenti desideri e
pulsioni
Tramonto p.
72 - Sola al tramonto
aspetto
che la rosata aria
diventi più scura,
rapisca il mio sogno
si faccia alba chiara
e tu, celeste angelo,
mi avvolgi con te
di nuovo
in un velo di stelle.
In accordo con
Ramaccioni il pathos degli incontri caratterizzante il volume precedente “Burraco
boudoir” e la prima parte di “Il rapimento del cuore” lascia il posto agli
addii, alle immagini della memoria che nascono dalla pagina scritta.
Binario 6 p.
93 – Vola questo prezioso tempo
che finisce
lasciandoci in piedi,
uno di fronte all’altro,
con le mani nelle mani
che si stringono come morse,
mentre dagli occhi
sgorga una lacrima d’addio.
Non possiamo però
chiudere così il nostro incontro; sappiamo che il bisogno di comunicare i
propri sentimenti, gli stati d’animo e le passioni non può spegnersi in una
lacrima d’addio. Per questo alla Musa che ha guidato Maria Fontana fin qui
rivolgiamo l’invito-preghiera che un’altra poetessa, Graziella Chiaiese, ha
rivolto a sé stessa:
Aspettami:
se il tuo
amore è grande davvero,
perché
torneremo noi due a tenerci per mano
e guardarci
negli occhi…..
come il
giorno d’inizio
per restare
uniti per sempre.
Non arrenderti,
aspettami
ancora.
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