Nervo di luce pura
di Paolo Ramaccioni
“[…] el nervio de luz purapor donde el alma filtra leccion de beso y ala”
Federico Garcia
Lorca, Carne
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Se mai il
nume sinuoso e stregato della carnalescenza in un essere è sorto ed ha parlato,
ciò è stato nei versi di Maria Fontana Cito. Le sue "pillole"
eroto-liriche non sono lavoro di scrivania, ma una fatalità che oltrepassa il
derma, fa un buco nei tessuti per arrivare, al di fuori di ogni intellettualità
della cultura, al plesso originario dell'Eros cosmogonico e risvegliare i
quattro elementi primordiali e le transizioni di fase che hanno sempre animato
l'istinto poetico (dal persiano Mahsati Ganjavi agli "Alcools"
di Apollinaire ).
La superficie
di queste poesie non è analizzabile. Ogni critica spegnerebbe la febbre che ci
trasmettono, il fermento che le attraversa avvampando e si converte in
piccoli pungoli ripetuti fino al sussulto finale, "in cauda", dove si
spezzano i clichés. Le frasi verbali sono spume vertiginose su mari
d'erba. Le frasi nominali sono girasoli ebbri in progressivo deliquio.
Apparentemente,
l'estrema concentrazione formale richiama quella delle quartine cinesi del
periodo T'ang. In realtà, la catena di stigmi poietici è costellata di
elettrodi ad alta intensità sensuale, introvabili nell'esotico "gu-ti-shi".
Le parole sono cariche di immediato e
vigoroso magnetismo. Il fluido di fresco desiderio corre come in un filo
scoperto serpeggiando tra cartilagini e midollo fino all'estremità delle dita,
che, quando sfiorano la tastiera, diventano polle sorgive e bollenti del plasma
vivente incarnato.
Le Ninfe hanno insegnato ad Apollo a
tendere l'arco e a Maria Fontana Cito, nell'ebbrezza della metamorfosi, gesti
vivi e brezze immaginarie. Stati di grazia elementare, tentativi
alchemici di far crollare i muri e diventare musica, sopraffusioni "ingenue"
(nel senso schilleriano del termine), che ricordano quelle di una poesia di
Henri Meschonnic:
“io la
vita
cammino
di sole in sole
da
chioma a nube
un
albero di odori
nelle
braccia
sento
tutti i fiori
sono in
tutto quel che si dice in tutto quel che non è detto io trabocco dalle
parole
[…]
tutte le mie
parole sono per
la vita”.
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