domenica 12 aprile 2015

I critici scrivono

Mauro Montacchiesi 

Maria Fontana Cito
Burr@aco boudoir
Variazioni editore

L'Ars Poietica di MariFo è edonistica, fenomenica, repleta della più grande ed incoercibile vis dell'Eros! La Nostra Sublime Erato (*) esurisce (**) la Poesia sul Grande Amore, che gitano vaga, trasformandosi, da terreno avatar (***), in ineffabile, passionale ologramma, fino a scendere nei penetrali irrequieti, nei plessi più tormentati del suo Es. MariFo rimembra l'Amore, anela l'Amore, le scansioni modulate, dolci e soavi. MariFo sa che l'Amore è esistito, esiste, esisterà! Ardentemente aspira ad interagire con le chimere spasmodicamente planate nella sua anima, talora prive di nome, talora prive di forma, nondimeno ancor oggi recluse in una monolitica turris eburnea. Sta soltanto a lei sgretolarla. Il segreto? Abiurare il passato! Le sue liriche sono il destino che trascende la fisica, il romantico anelito all'amore universale. I suoi lirismi veicolano psichedelia dei sensi, adrenalina, fino ad annichilare gli stereotipi, fino a reificare marosi turbinosi di oceani di smeraldo-turchese dipinti. Le poesie di MariFo sono opime di totalizzante, appassionato appeal, di inebraianti, caleidoscopici zefiri di pàthos. I versi della Nostra comunicano resilienza alla vita. Mentre Chrònos fluisce, la vera panacea è la poesia, che interclude all'essere di omologarsi con il nihil, nelle discontinue, opalescenti rifrazioni del destino.

(*) Musa della poesia amorosa
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(**) Il bellissimo verbo esurire, pulcro più nella forma del participio presente esuriente e in quella del gerundio esuriendo, di dantesca memoria (Purg., 24-154): E senti' dir: «Beati cui alluma tanto di grazia, che l'amor del gusto nel petto lor troppo disir non fuma, esurïendo sempre quanto è giusto!»
Il verbo, marcato come letterario antico dal Battaglia ma come solo ‘letterario' dal GRADIT, si coniuga esurisco, esurisci, ecc., e significa «Aver fame; aver voglia, bramare».
(http://www.dizionario-italiano.it/linguam.../articolo.php...)
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(***) Presso la religione Induista, un avatar o avatāra è l'assunzione di un corpo fisico da parte di Dio o di uno dei Suoi aspetti.
(http://it.wikipedia.org/wiki/Avat%C4%81ra)

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